La degustazione

Meditazione e Vino

Il primo ad accostare il termine "Meditazione" al Vino è stato il più grande enologo italiano, Luigi Veronelli, che voleva nobilitare una categoria di vini dai sapori e dai profumi intensi e complessi, che non richiedono necessariamente di essere abbinati a delle pietanze, ma che possono essere gustati anche da soli.

 

La degustazione dei Vini da Meditazione

La degustazione dei Vini da Meditazione è basata sulla comprensione della loro natura: fermarsi un attimo, rilassarsi, e avvicinarsi con calma alla scoperta della composizione del Vino. Un Vino da Meditazione esige quiete, rispetto e contemplazione. Sono Vini che richiedono soste di riflessione per godere della storia che c’è nel bicchiere, che si può paragonare a un piccolo miracolo. Le pause di raccoglimento in questo caso servono per stimolare le papille gustative e prepararle a cogliere i dettagli più nascosti di un Vino raro e prezioso. I Vini da Meditazione come l’Ormeasco, il Rossese, il Vermentino e il Pigato, vanno quindi degustati lentamente in un ambiente puro e rilassato.

 

Come degustare il Vino

Molti sono convinti che degustare il vino sia difficile e non alla loro portata. Adesso dimostreremo che non è così. Anche i meno esperti possono imparare con pochi accorgimenti a degustare il vino.

 

Analisi sensoriale

Degustare il vino significa analizzarlo attraverso il senso della vista, dell’olfatto e del gusto, e questo serve a valutarne la sua qualità. Degustare il vino vuol dire imparare a conoscerlo, a capirlo. Attraverso la degustazione si impara a riconoscere gli odori, i profumi, i sapori. Ci sono sapori che ci riportano indietro nel tempo, attivano ricordi sensoriali, emozioni. Un vino può farci rivivere un’esperienza passata, un piatto cucinato dalla mamma quando eravamo piccoli, una giornata di primavera trascorsa alla casa in campagna, una gita al mare. Adesso che sappiamo perché si degusta il vino, vediamo quello che ci occorre per poterlo degustare: abbiamo bisogno di una bottiglia di vino, di un calice ben pulito (ma senza sapone), di un foglio di carta bianco e di un taccuino per gli appunti.

 

La vista

Per prima cosa osserviamo attentamente il vino mentre viene versato nel bicchiere, quindi portiamo il calice all'altezza degli occhi per poterne valutare la trasparenza, la limpidezza e l'eventuale effervescenza. A questo punto prendiamo il nostro foglio di carta bianco e accostiamolo al calice per valutare l'intensità del vino, la sua tonalità e le sfumature del colore. Una volta analizzato il colore, facciamo ruotare il bicchiere in modo da avvinarne le pareti. Noteremo la formazione di un anello di liquido dal quale discendono delle gocce che scorrono lungo il vetro del calice. Questo fenomeno si osserva più facilmente in vini ricchi di alcool etilico. Ad esempio, infatti, i vini più leggeri, come la Vernaccia di San Gimignano scivolano veloci, mentre quelli più pesanti, come il Nobile di Montepulciano permangono più a lungo sui lati del calice. A questo fenomeno sono stati dati molti nomi, in italiano si parla di “archetti”, in inglese di “gambe”, in francese di “lacrime”, in tedesco di “finestre di chiesa”.

 

L'olfatto

Avviciniamo il bicchiere al naso e inspiriamo intensamente e ad occhi chiusi, segnando sul taccuino qualsiasi cosa ci venga in mente o ci ricordi quell’odore. Gli odori del vino sono di varia natura, la loro classificazione viene fatta per associazione con odori naturali già noti, come i fiori, i frutti, le erbe. Ruotiamo lentamente il bicchiere su se stesso così da sprigionare le sostanze odorose del vino. Il suo profumo può essere associato a della frutta fresca o secca, come pere o mandorle, può ricordare il sapore delle ciliegie o addirittura quello del cuoio, del gesso o del legno. Per esempio il Chianti Classico ha note floreali unite ad un carattere di frutti rossi, il Vermentino La Mora ha sentori di succulenta frutta estiva dalla polpa matura e fiori gialli. Il Chianti Natio ha un profumo intenso di frutta fresca con sentori di spezie, ricorda la ciliegia, il mirtillo e la prugna.

 

Il gusto

Dopo averlo odorato, finalmente possiamo assaggiarlo. Quando si degusta il vino, si deve sorseggiare una piccola quantità alla volta, trattenendola in bocca qualche secondo per cogliere tutte le sensazioni gustative. Per poter degustare il vino in maniera corretta, si deve cercare di notare il sapore iniziale, intermedio e finale. Sono quattro i sapori fondamentali che la nostra lingua è in grado di riconoscere: dolce, amaro, acido, salato. I vini di qualità hanno un buon equilibrio tra acidità, tasso alcolico e tannicità. Bastano poche mosse per diventare esperto di vino, tanto da rivelarsi molto più semplice del previsto. Adesso che conoscete come degustare il vino, non dimenticatevi di godervelo. Il vino è soprattutto un piacere!

 

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